DESCRIZIONE
La Soprintendenza Archeologica delle Marche ha effettuato più operazioni di scavo nell’area dell’ex filanda Solazzi, condotte nell’arco degli anni 2001-2006.
Tali scavi hanno portato alla luce interessanti elementi che ci permettono di definire a grandi linee l’ingombro dell’edificio teatrale.
Ad oggi sono presenti tre aree di scavo nel sito che possono con certezza appartenere a i resti dell’edificio pubblico.
Il teatro romano di Fano ha una storia relativamente recente. L’analisi delle antiche rappresentazioni della città non presentano mai l’ingombro del teatro. Solo nel 1976 si fa un chiaro riferimento al complesso teatrale seppur oggi, alla luce del ritrovamento, è chiaro che qualcun altro dovesse esserne a conoscenza visto che diverse strutture edilizie, un corpo di fabbrica della Filanda e la cabina dell’Enel, insistono sulle rovine inequivocabilmente romane. Il teatro infatti, trovandosi all’interno della cinta urbica, ha subito negli anni un lungo processo di stratificazione edilizia tanto da occupare perfettamente un intero isolato circondato dalle attuali via De Amicis, via Ceccarini, Corso Matteotti e Via Vitruvio.
I resti venuti alla luce sono relativi ad una serie continua di sette gradini pertinenti all’ima cavea dell’edificio, realizzati in opus testaceum (laterizio) impiegando mattoni sesquipedali; è stata inoltre identificata parte dell’orchestra con la proedria. In relazione alla scena invece è probabilmente venuta alla luce parte della porta regia: tutti questi elementi sono stati determinanti per proporre una ricostruzione dell’elevato del monumento. Tale ricostruzione mostra una larghezza totale della fronte del teatro di circa m 70.
Il teatro romano di Fanum Fortunae, eretto in un’area centrale e nevralgica della colonia romana, ben si accorda con una sua pianificazione già delineata all’interno dell’imponente piano di riprogettazione urbanistica augustea, pertinente all’impianto coloniale.