DESCRIZIONE
E’ situato nel centro storico di Cagli in Piazza Niccolò IV, ed è il terzo teatro della città dopo la Sala delle Commedie, realizzata all’interno del Palazzo Pubblico nel Cinquecento e il Teatro delle Muse del 1754.
La costruzione e la decorazione del teatro comunale di Cagli avvennero tra il 1871 e il 1876; l’inaugurazione avvenne il 17 agosto 1878 con l’opera lirica “Il violino del diavolo” scritta per l’occasione dal cav. Agostino Mercuri di Sant’Angelo in Vado.
Il disegno del nuovo Teatro, eseguito dall’architetto Giovanni Santini di Perugia, venne in parte revisionato dall’ing. Monti di Bologna dopo la morte dell’architetto; la decorazione del Teatro fu affidata ad Alessandro Venanzi di Ponte San Giovanni (PG).
Il fronte principale presenta elementi classicheggianti quali il bugnato e il robusto cornicione che poggia su mensole, una gradinata che conduce ai tre portali centinati, e finti mattoni che sono tinteggiati in rosso pompeiano e fanno da cornice alle quattro lapidi, due delle quali dedicate ai Savoia, ed alle ampie finestre della sala del ridotto con cornici e timpano in pietra serena.
Dopo un accurato restauro, il Teatro Comunale è stato riaperto al pubblico (verso il 2000) in tutto il suo splendore ed ha subito ripreso il ruolo di capofila nell’attività culturale della zona.
Il foyer del teatro è sormontato da una volta a crociera decorata con fioroni a rilievo, poggiante su quattro grandi colonne marmorizzate; l’accesso alla platea è posizionato tra due scalinate in pietra rosata che conducono ai tre ordini di palchi ed al loggione, il cui accesso è però assicurato anche da una scala indipendente con l’ingresso posto all’esterno sul lato destro del teatro.
La balconata del primo ordine, che si apre al di sopra di un’ampia fascia marmorizzata, presenta delle cartelle con la numerazione dei palchi entro dei tondi dorati; tra una cartella e l’altra ci sono dei vasi in bassorilievo, nastri e festoni, mentre un Cigno fa da elemento di separazione all’altezza del poggiamano tra un palco e l’altro.
Il secondo ordine è tutto dedicato ai personaggi illustri cagliesi effigiati tra nastri e foglie di alloro; in questo caso l’elemento di separazione alla base dei pilastri è lArpia, figura con testa e seno di donna e artigli da avvoltoio, mentre al terzo ordine è il Pegaso, posto tra cetre, lire e cornucopie.
Fa da coronamento l’ampio loggione con balconata dominato dalla cromia azzurra della grande volta, ove sono raffigurate le figure simboliche delle sette arti: Grammatica, Dialettica, Retorica, Aritmetica, Geometria, Astronomia, Musica; delle finte lunette aumentano l’effetto prospettico e nei pennacchi delle finte vele si aprono dei tondi con i busti dei grandi personaggi votati alle arti, quali ad esempio Dante Alighieri, Gioacchino Rossini, Galileo Galilei, ecc.
Al centro della volta si può ammirare il grande rosone ligneo traforato che si apre in modo da permettere al lampadario, intagliato da Rinaldo Paioncini della bottega del Pucci, di risalire fin sopra la volta ove si provvedeva ad accendere e spegnere le luci per lo spettacolo.
La bocca d’opera è impreziosita da grandi mensole e da formelle con rosoni e festoni di frutta, il timpano è ornato da un orologio tirato da bighe contrapposte.
Lateralmente alla bocca d’opera, entro nicchie a conchiglia, sono collocate le statue della Commedia e della Tragedia e sotto di esse, i busti del Goldoni e dell’Alfieri.
Di notevole impatto è il sipario in cui il Venanzi ricorda l’assedio del 1162 della città di Cagli (che appare sullo sfondo nella sinistra) da parte dell’imperatore Federico Barbarossa. La platea del teatro può essere sollevata fino a livello del palcoscenico.
BIBLIOGRAFIA
MAZZACCHERA 1997
MAZZACCHERA 1998.
Autore: Mariotti Giulietta
Fonte: http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/5494.html