DESCRIZIONE
La Chiesa abbaziale di S. Vincenzo (in carta IGM Abbadia) sorge in prossimità della Gola del Furlo, poco prima dell’imbocco verso Sud-Ovest.
Il nome dell’antico cenobio viene riportato già in un documento del 970, anche se la costruzione è di molto anteriore.
In questo importante complesso abitarono S. Romualdo (1011), uno dei grandi riformatori del monachesimo, e S. Pier Damiani (1042).
Nel secolo XIII l’Abbazia incontrò un’ostinata opposizione da parte del Comune di Cagli nel controllo di alcuni castelli, tra cui quello di Drogo.
Un’iscrizione posta sull’architrave della porta principale ricorda un restauro avvenuto nel 1271, dopo una rappresaglia ad opera dei cagliesi.
Nel 1439 con una bolla di Eugenio IV viene decretata l’annessione del complesso monastico al Capitolo di Urbino.
Dell’originaria struttura oggi si conserva solo una delle due navate: alla navata di destra corrisponde una piccola abside che fiancheggia quella principale assai convessa.
Dallo spazio lastricato, riservato ai fedeli, si può accedere, tramite una stretta scala, al presbiterio rialzato. L’altare (IX e X sec.) è costituito da un enorme blocco di pietra adagiato su un’ara pagana scolpita, che riporta simboli cristiani.
Sotto il presbiterio è presente un’ampia cripta a tre navate sostenuta da sei colonne con capitelli con bassorilievi d’influenza ravennate.
Nell’abside del presbiterio si può osservare un S. Rocco datato 1525, affresco superstite di un ciclo più complesso.
Autore: Pacifico Elisa
Fonte: http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/beni-storici-artistici/scheda/ 4655.htmll