DESCRIZIONE
La domus, situata lungo la Via del Forno, ad Ovest del basolato stradale, è conservata solo in minima parte a causa della presenza della strada moderna la cui costruzione, in epoca ormai remota, ha determinato la distruzione delle emergenze archeologiche preesistenti. Della struttura si sono quindi conservati solamente gli ambienti adiacenti al cardo.
L’ingresso è determinato da una piccola apertura sul cardo: non è presente un corridoio, ma l’ingresso porta direttamente ad un cortile con impluvium centrale, pavimentato in lastre di calcare (Ambiente B). Dall’atrio si accedeva verso Nord ad una stanza con pavimento in opus signinum con cornice laterale in tessere nere ed emblema centrale contraddistinto da un rosone a mosaico in tessere bianche, nere e rosa (Ambiente A). Verso Sud invece dall’ambiente B si accedeva ad una stanza (Ambiente C) caratterizzata dalla presenza di un intonaco parietale con raffigurazione di animali esotici entro riquadri, che ha dato il nome all’intera domus, oggetto di restauro e attualmente conservato presso il Museo Archeologico “A. Vernarecci” di Fossombrone. Immediatamente a Sud dell’ambiente C è stato messo in luce l’ambiente D, ora totalmente occupato da una struttura rotonda in mattoni, pietre e tegole di recupero, interpretabile come un forno. Tale struttura produttiva andò ad occupare l’ambiente in epoca relativamente tarda: infatti i dati preliminari di scavo attestano che la domus venne abbandonata probabilmente nel corso del III secolo d.C., per poi essere rioccupata e subire una riconversione funzionale probabilmente nel corso dello stesso secolo. L’ambiente A venne diviso in due con la costruzione di un muro in opus spicatum, con materiale di recupero (mattoni misti a pietre), che andò ad obliterare il rosone centrale a mosaico. All’interno dell’impluvium fu ricavata l’apertura di un pozzo che attingeva acqua da una cisterna sottostante, caratterizzata da muratura in pietra ad aggetto. L’ambiente C venne pavimentato con uno strato di frammenti di anfore (databili al II secolo d.C.) su cui venne impostato un piano di coccio pesto. Evidente è la funzione impermeabilizzante e drenante, che lascia presupporre la destinazione produttiva del nuovo vano, accanto al quale venne costruito il forno già menzionato.
Oscar Mei