DESCRIZIONE
La cinta muraria di Fanum Fortunae costituisce uno dei pochissimi esempi di cortina difensiva di cui si conosce la data esatta di conclusione dei lavori. Questa utile indicazione è fornita dalla iscrizione sulla trabeazione della Porta principale della città. Essa ricorda la costruzione del perimetro difensivo, che Augusto in prima persona ha determinato (CIL, XI, 6219): Imp(erator) Caesar Divi f(ilius) Augustus pontifex maximus co(n)s(ul) XII tribunicia potestate XXXII imp(erator) XXVI (sic!) pater patriae murum dedit. L’epigrafe purtroppo presenta un errore nel numero delle salutazioni imperiali (XXVI, invece di XIX), che ha fatto molto discutere fin dai primi studi di epoca umanistica del monumento iscritto; viene in genere datata al periodo 1 luglio 9 d.C.-1 luglio 10 d.C. Essa costituisce un importante termine cronologico di riferimento per lo studio della tecnica di costruzione in età augustea, della tipologia della cinta urbica e della porta monumentale.
La tecnica muraria è quella dell’opus vittatum, che mostrava caratteristiche di praticità costruttiva, di robustezza e assieme di decoro, ed è stato utilizzato diffusamente in età augustea per nuove colonie o per il rinnovamento di città. Le cinte urbiche romane di Nimes e di Fano, al pari di quella augustea di Spello, possono essere considerate delle realizzazioni di prestigio, con “significato simbolico”, sia per accuratezza di lavorazione, sia per eleganza della struttura architettonica d’insieme. Senza dubbio l’osservazione è ben fondata e mette in evidenza l’attenzione rivolta da Augusto al rinnovamento edilizio di centri in cui è stata impiantata una nuova colonia.
A Fano ci si trova di fronte ad una progettazione unitaria delle mura sui tre lati verso terra, mentre dubbia è la loro presenza sul lato a mare, e ad un intervento costruttivo anch’esso omogeneo: la costruzione di circa due chilometri di cortina urbica, di 6 piedi romani di spessore (circa 1,80m) e 48 di altezza (14,40m), con 28 torri (o 24 escludendo il lato a mare) cilindriche, deve avere richiesto necessariamente una lunga fase di cantiere, specie se si tiene presente che indicativamente sono stati realizzati oltre 50.000 metri cubi di muratura (senza considerare le poderose strutture di fondazione), nella quale hanno trovato utilizzazione non meno di tre milioni e mezzo di conci di arenaria, ben squadrati nella faccia a vista. Anche se l’antica cinta fosse stata limitata ai soli tre lati verso l’interno, si sarebbe trattato in ogni caso di un intervento di imponente impegno, tale forse da giustificare più di tre decenni di attività edilizia, dato che la fondazione della Colonia Iulia Fanestris si situa tra il 31 e il 27 a.C.
Oscar Mei