DESCRIZIONE
Il Ponte è situato lungo la Flaminia non lontano da Cagli, verso sud, ed è stato realizzato per superare il fosso di un piccolo torrente che subito dopo confluisce scosceso nel Burano, sul lato destro. Le dimensioni dei blocchi con cui sono state realizzate le strutture hanno determinato l’appellativo “dei Ciclopi”, attribuito nel 1879 dall’ingegnere del Genio Civile di Pesaro Pierluigi Montecchini, in occasione di un progetto di manutenzione della strada.
Il Ponte risulta attualmente del tutto interrato, ma di esso è rimasta varia documentazione.
Basse lastre di pietra corniola sono state messe in opera nelle due spalle del Ponte, compreso il filare di imposta della volta, di poco aggettante su ciascuno dei due lati; invece l’arco, i muri ad ala e il parapetto sono stati realizzati con grossi blocchi di “pietra grigna”. Già nel Settecento risultano mancanti alcune pietre sia del parapetto, sia di un tratto del paramento del lato meridionale.
Questa duplice tecnica edilizia ha fatto ipotizzare due diversi periodi di costruzione ed ha determinato il confronto (in modo improprio!) con il Ponte Manlio, dove sono presenti le stesse due tipologie costruttive, ma in un contesto diverso, essendo qui la muratura in pietra corniola in relazione con un intervento di restauro effettuato in epoca posteriore rispetto al duplice ponte in pietra “grigna”.
In ogni caso la fase più antica del Ponte (ed eventualmente l’intero manufatto) sembra riferibile all’età augustea sia per tipologia, sia per il materiale usato.
M.L.