DESCRIZIONE
La città di Pitinum Mergens sorgeva alle falde degli Appennini, alla sinistra del Candigliano, affluente del Metauro, in località Pole di Acqualagna; è uno dei municipia della VI regio augustea (Umbria et ager Gallicus), occupava un terrazzo leggermente digradante verso il greto del Candigliano e si estendeva su una superficie di alcuni ettari.
L’abitato era situato lungo il percorso della strada che si distaccava dalla Flaminia a breve distanza dalla gola del Furlo e che proseguiva verso il favorevole passo appenninico della Serriola (m 730), aperto verso l’alta valle del Tevere.
Nel sito in cui sorgeva la città, attualmente sottoposta a vincolo archeologico, sono stati segnalati due brevi tratti di mura urbiche; resti di strutture del teatro romano sono stati rinvenuti in una zona in leggero pendio.
La documentazione archeologica raccolta nel luogo attesta continuità di vita di questo centro dalla fine dell’epoca repubblicana all’età tardoantica; gli abitanti hanno allora abbandonato il sito, spostandosi sulle alture vicine ed in particolare su quella a ridosso di Cale vicus (Cagli), divenuta nell’VIII secolo d.C. sede vescovile.
Autore: Mario Luni